Le edizioni del 2023 e 2024 di Almanacco Migratorio si sono svolte in collaborazione con il collettivo Noeveren creatief e il Kunstencentrum De Lezze entrambi collocati nell’area di Noeveren all’interno del comune di Boom, a circa 15 chilometri a sud di Anversa, Belgio.
Sorto lungo le rive del fiume Rupel, Noeveren è un sito industriale di rilevanza storica per la produzione di mattoni in argilla. L’argilla estratta in questa zona infatti è rinomata per la sua abbondanza e qualità, tanto che l’attività produttiva in quest’area è documentata già dal XIV secolo.
Per la maggior parte del secolo scorso, il paesaggio della regione è stato plasmato dalle ciminiere delle fabbriche costantemente attive, e dai capanni per l’asciugatura dei mattoni che, sistemati lungo linee parallele nelle campagne circostanti, coprivano una distanza di oltre 400 chilometri.
Noeveren è rimasto il maggior centro di prodizione di mattoni in Europa fino agli anni ’60 del secolo scorso quando la meccanizzazione e il progresso tecnico dei materiali da costruzione hanno gradualmente portato alla cessazione delle attività. Tuttavia, l’impatto di questa industria sul paesaggio rimane evidente. Nel 1986, il governo fiammingo ha deciso di trasformare le fabbriche ancora presenti in patrimonio nazionale iniziando un lento processo di consapevolezza storica e protezione del passato industriale di Noeveren.
Oggi, Noeveren è un’area post-industriale dove patrimonio storico, paesaggio e vita quotidiana si fondono in un’esperienza sociale unica. Nel corso degli anni, una comunità sempre più numerosa di artisti ha preso residenza nell’area riportando di nuovo all’attenzione sull’argilla e i suoi usi. Fin dagli anni 2000, gli artisti presenti nella zona si sono riuniti sotto il collettivo “Noeveren creatief” organizzando periodicamente esposizioni negli edifici un tempo annessi alle fabbriche come la sala macchine di Peeters en Van Mechelen (P&VM), il museo del mattone dentro la fabbrica Fratteur (‘t Geleeg), e più in generale nel distretto di Noeveren.
https://www.hln.be/boom/het-creatiefste-straatje-van-de-regio~af2a2ab3/
https://www.nieuwsblad.be/cnt/dmf20240515_95152630
Argentiera e Noeveren
Lo scambio con il collettivo “Noeveren creatief” all’interno della cornice di Almanacco Migratorio ha visto una prima fase della residenza svolgersi ad Argentiera durante l’edizione 2023, e una seconda fase a Noeveren durante l’edizione 2024. Questo scambio è stato fondamentale per conoscere e approfondire differenze e similitudini tra questi due siti industriali. Mentre ad Argentiera lo sviluppo urbano si sviluppò all’interno, dettato dalle condizioni geografiche del luogo, a Noeveren, in un territorio pianeggiante, lo sviluppo urbano seguì un piano ben preciso che vide la costruzione di piccoli villaggi che si estendevano tutto intorno alle fabbriche. Ogni lavoratore possedeva un’unità abitativa con cui viveva insieme alla famiglia. Le unità abitative erano strette e profonde e comprendevano un piano terra e un primo piano ed erano sistemate a schiera a creare vere e proprie vie. Queste unità abitative sono state nel tempo comprate e ammodernate dagli odierni abitanti di Noeveren. Come ad Argentiera, nei villaggi vigeva una sorta di economia circolare per cui il datore di lavoro possedeva anche negozi e servizi utilizzati dai lavoratori. Questo sistema permetteva al datore di lavoro di accrescere il suo potere controllando i prezzi degli approvvigionamenti e dello svago e impedendo ai lavoratori di risparmiare soldi e lasciare la zona.
I temi
I temi scelti per le edizioni 2023 e 2024 di Almanacco Migratorio sono stati rispettivamente la Migrazione e la Trasformazione. I due temi, tra loro affini, sono stati pensati sulla base del rapporto storico tra le aree minerarie del nord ovest sardo con il Belgio. Infatti, in seguito alla vendita dei diritti di estrazione mineraria alla "Société Anonyme Miniere et Métallurgique Sardo-Belge" nel 1870, molti minatori sardi emigrarono in Belgio per lavorare sia nelle miniere locali che nelle fabbriche di mattoni. Entrambi i temi sono stati affrontati dagli artisti attraverso il libro Passavamo sulla terra leggeri di Sergio Atzeni. Con la sua ricostruzione fittizia del passato mitologico della Sardegna, il libro ha offerto numerosi spunti agli artisti per ripensare gli aspetti più rilevanti che investono migrazione e trasformazione come l’abbandono della terra d’origine, l’incontro e la fusione di diverse popolazioni, il consolidamento di un nuovo sentimento di appartenenza al territorio.